Due donne. Due voci di due donne. Due voci di due donne partigiane. Scandiscono i secondi, i minuti, le ore di quei giorni di lotte, di terrore, di coraggio. Siamo tra il 1944 e il 1945. Quando i sogni custodivano la speranza. Ridavano fiato, nel tempo in cui tutto soffocava dentro all’orrore.
Due donne. Due voci di due donne. Due voci di due donne partigiane. Guidano i passi che intercorrono tra il Monumento alle Cadute partigiane del Parco di Villa Spada e l’Ossario ai partigiani caduti della Certosa di Bologna.
Ci si ferma, come in un silenzioso pellegrinaggio, nei luoghi che portano traccia della loro memoria.
Due donne. Due voci di due donne. Due voci di due donne partigiane. Immergono gli spettatori in Audiolook. Una passeggiata nella storia e “nella memoria della città di Bologna” a cura di Istantanea Teatro. Un percorso immersivo-itinerante che ripercorre, lungo nove tappe, le storie di due giovani partigiane, nei loro ultimi giorni di vita.
Le due voci, interpretate da due attrici, sono quelle di Irma Bandiera e Francesca Edera de Giovanni, nomi di battaglia Mimma ed Edera. Due donne. Due voci di due donne partigiane. Tramandano a noi quello che fu, con le loro parole, con i loro occhi, con il loro essere testimoni nel tempo.
Siamo dentro a un abisso inconoscibile, quello scritto da due donne che, insieme a tante altre donne e uomini partigiani, sacrificarono la loro vita.
Dentro a questo racconto siamo spogliati. Delle nostre convinzioni, delle nostre presunzioni, delle nostre ipocrisie.
Possiamo sostare dentro al racconto. Possiamo permanere dentro al ricordo narrato, testimoniato. Renderlo vivo, oggi. E continuare a resistere, nelle molteplici forme cui ci chiamano a farlo le urgenze della contemporaneità.
“La costituzione italiana potrà riprendere la sua strada verso una democrazia sempre più piena e diventare una realtà politica, se le nuove generazioni sentiranno il dovere di andare in pellegrinaggio col loro pensiero riconoscente in tutti i luoghi di lotta e di dolore dove i fratelli sono caduti per restituire a tutti i cittadini italiani dignità e libertà. Nelle montagne della guerra partigiana, nelle carceri dove furono torturati, nei campi di concentramento dove furono impiccati, nei deserti e nelle steppe dove caddero combattendo, ovunque un italiano ha sofferto e versato il suo sangue per colpa del fascismo, ivi è nata la Costituzione. (…), essa può diventare per le nuove generazioni, che saranno il ceto dirigente di domani, il testamento spirituale di centomila morti, che indicano ai vivi i doveri dell’avvenire”.
Piero Calamandrei, Questa nostra Costituzione, Bompiani 1995.